Miniesercizio 1


Il primo esercizio della saga di Miniesercizi che vi proponiamo è il seguente:

(Ricorda che come tutti i miniesercizi devi usare 100 parole esatte)

Osserva la seguente immagine con attenzione.

hopper

Ora scrivi un racconto (di 100 parole esatte) che tratti di questo dipinto. Tira fuori una storia. Il tuo punto di vista è quello di un bambino.

Svolgilo dove vuoi: nei commenti, nel tuo quaderno privato, su twitter, su facebook… o inviacelo su scriverecreativo@gmail.com

 (Immagine di Hopper)

 

 

 

49 pensieri su “Miniesercizio 1

  1. E’ la terza volta che succede.
    Papà regge l’ombrello mentre diluvia e tira vento. E non ripara se stesso. Tenta di riparare la mamma che balla con quel tizio elegante dai capelli impomatati. Non so chi sia ma mi sta antipatico. Forse perché parla nell’orecchio della mamma e le sfiora il viso con quella boccuccia sfuggente. E perché pare che alla mamma dia fastidio papà col suo ombrello e la zia, che le grida di lasciar perdere e tornare a casa da me.
    Ma lei non ascolta.
    Quando rientra papà mi bacia, bagnandomi. Ma non è pioggia.

    ———

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  2. “Improvvisamente capii che era inutile litigare. Mi voltai smettendo di scappare e iniziammo a ridere, lui a pochi passi da me. Ridevamo davvero, non con la bocca ma con gli occhi. Una folata di vento improvvisa scosse le nostre figure , il cappello quasi mi volò dalla testa, gli ombrelli si impennarono e tra di noi comparve una coppia in cui riconoscemmo la nostra giovinezza: eravamo noi quando spensierati ed eleganti ci promettemmo che avremmo ballato sempre dopo un litigio. E così è stato. Proprio Come ora su questa spiaggia bagnata dal temporale. Proprio Come quella coppia riportata dal vento.”
    🙂

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  3. Avevamo lasciato la festa per godere della frescura della brezza marina, ma la musica ci era rimasta dentro. Lilly si tolse le scarpe e passeggiammo sulla battigia, canticchiando a bocca chiusa le note dello swing. Quella notte ci regalò ore e una serenità di cui godemmo, inconsapevolmente coscenti della sua prossima fine.
    Ci trovarono così, Georgette e il povero signor Wilson, che tutta la notte ci avevano atteso e poi cercato, a ballare sulla spiaggia, con l’orchestra delle onde a suonare solo per noi, le stelle a guardarci invidiose fino all’alba, il sole ad accoglierci tra i suoi raggi caldi.

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  4. Postato sul mio blog http://wp.me/pNMKv-H4
    Ecco qui il mio esercizio
    I signori danzano. I domestici portano l’ombrello. La pioggia danza con loro e loro danzano con lei.
    Scende e sale la musica che ci avvolge nel suo velo sonoro. Colori e gocce. Il quadro è appeso alla parete.
    Che c’è di tanto strano? Forse non hai visto una coppia che volteggia mentre qualcuno li segue con l’ombrello?
    Fermati e ascolta. Guarda e pensa. Cosa vedi in quel quadro?
    Nulla dice l’adulto, che pare infastidito. Lo strattona ma lui resta lì incantato dai suoni e dai colori. E vola la fantasia.
    Sognano gli occhi incantati di un fanciullo che ci osserva.

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  5. Il vento mi porta via l’ombrello, Miss Giulia non vuole venire via.
    Prima di partire per la guerra Mr. Fuller, le chiese una foto, di spedirgli qualche suo pensiero.
    Lei aveva promesso.
    A lume di candela scriveva centinaia di lettere, e tutti i giorni seguiva il postino per uno scambio, ricevendo notizie di lui dal fronte, a volte mezze cancellate dalla censura, poi niente, per mesi e mesi.
    La festa per la fine della guerra è finita bene con il ritorno di Mr Fueller.
    Il suo valletto ha chiuso l’ombrello, viene verso di me…con un inchino mi chiede di ballare.

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  6. A Bernadette per poco non volò il cappello, e Phil dovette mantenere forte l’ombrello per non farlo andare via. Cercavano invano di avvicinarsi alla giovane coppia. Il vento soffiava forte, eppure loro continuavano a danzare, come immobili, come estranei da tutto il resto. I piedi scalzi sulla sabbia umida, sembravano muoversi senza alcun tempo, ma gli occhi socchiusi lasciavano intravedere qualcosa, il risuonare di una melodia lontana. Se anche il temporale non fosse passato, loro sarebbero bastati. Stretti l’un l’altro mentre il sole riprendeva il suo posto, non erano altro che due corpi lasciati indietro, intanto che il mondo avanzava.

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  7. Dicembre 1916.
    Ti prometto che saremo felici, credimi, anche se ora ti sembra impossibile. Un giorno non ci sarà più tutto questo, noi due da grandi saremo un uomo e una donna felici. Non ci sarà la guerra e balleremo. Tu indosserai un abito lungo rosso ed io un elegante abito nero. Balleremo sempre, in primavera e in estate e in autunno. Anche quando ci sarà pioggia e vento e l’inverno ci farà battere i denti, noi due balleremo di fronte al mare. Ora non dobbiamo tremare, ti ricordi cosa ci hanno detto babbo e mamma? Noi due saremo felici.

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  8. Che ventaccio è venuto fuori oggi; eppure mi piace. E mi garba il vestito rosso di mia sorella: a lei sta bene. Ma lui è più elegante. Lo sposerà? Credo di sì perchè sembrano fatti l’una per l’altro. Lei, Beatrice, è sontuosa e sinuosa. Papà dice che è la ragazza più bella della riviera. Se solo li vedesse però, ora che piove e stanno a danzare sotto l’acqua credo cambierebbe idea. Lei è scalza perchè ama sentire la spiaggia sotto i piedi, lo so. La cameriera, è esausta. Tra poco, osservate bene, se ne scappa con l’ombrello. O l’ombrello scapperà.

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  9. Sognavo ogni notte quella scena come fosse un quadro appeso nella mia testa, penzolante sul mio cuore, lo sognavo al freddo della mia stanzetta condivisa, nel mio letto a castello. Lo sognavo dentro alla mia solitudine d’una condizione malvagia, d’un destino incontrollabile. Mamma e papà che ballano in riva al mare, felici, spensierati, senza nebbia nell’anima. È che poi a disfare quella mia opera immaginaria ci pensavano sempre due bieche figure di nero vestite, delle quali non ho conoscenza alcuna se non il loro fulmineo irrompere, se non quei grandi ombrelli che incutevano paura e mi portavano via il sorriso.

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  10. Ancora una volta mamma e papà mi hanno lasciato dalla nonna e non si capisce dove vanno… Ho sentito che parlavano di spiaggia così oggi li voglio seguire. Appena nonno mi lascerà nella stanzetta dei giochi da solo, io sgattaiolerò fuori e li raggiungerò nella spiaggetta davanti casa.. Ecco… Sono andati e nessuno mi guarda.. Ora e’ il momento di uscire dalla stanza.. Cammino carponi fino alla porta d’entrata.. Nonno e nonna stanno parlando….. Siiiiiii…. Non mi hanno visto.. Corro verso la spiaggetta e loro sono lì.. Che vento, sta anche piovendo. Mi nascondo dietro un cespuglio. Papà tiene l’ombrello a mamma e c’è pure Marina, la cameriera e Matteo, il maggiordomo…. Li guardo un po’ mentre ballano, papà cerca di riparare la mamma senza riuscirci. Lei ride divertita. Sto un po’ a guardarli, poi il mare e’ troppo bello e mi viene voglia di corrergli incontro… Esco dal mio nascondiglio e vado tra le braccia del mare. Tra le braccia di mamma e papà..

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  11. Che bello il mare quando piove, tutto diventa surreale.. I gabbiani in celo volano basso e si chiamano.. Il mare sbatte sulla barche attaccate al piccolo molo. Mi piace dopo la scuola venire qui, mi sento libero. Da sotto questa vecchia barca posso vedere tutta la spiaggia.. Sto aspettando loro.. Mi chiedo se arriveranno anche oggi che piove.. Eccola e’ lei.. Con il mio vestito preferito .. Cammina a piedi nudi come sempre.. Dietro di lei i suoi servitori.. Guarda lontano, sicuramente aspetta lui.. Il vestito le si attorcigliata addosso, e’ un tutt’uno con le sue forme.. Lui sta correndo verso di lei.. E’ vestito come sempre con gli abiti da cameriere.. Lei gli corre incontro e cominciamo a ballare, mentre i servitori di lei tentano di proteggere gli amanti dalla pioggia..

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  12. Tito, sembro la tua moglie stanca.
    Anche oggi siamo quelli di ieri, gli stessi che vorticavano in nodi di suono e baci sul tappeto dell’anima.
    Tu adesso ti asciughi la fronte col fazzoletto ed io ti cerco – non troppo lontano – al mio orizzonte.
    So che sei vicino, ma al mio cuore manca un passo.
    Sai che sono vicina, ma mi senti ultima come una conchiglia – lo capisco dal tuo sguardo: ti perdi nell’eco delle mie parole.
    Ho la valigia dei rimorsi pronta.
    Vuoi danzare, avvinghiato al sudore di carni di prugna, la nostra danza del perdono?

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  13. Il mio esercizio:

    Lungo il lungomare una coppia inizia a ballare senza badare al mondo circostante. La giovane donna indossa un vestito rosso scalza sulla pietra viene condotta dal suo compagno in un turbinio di colori. Il rosso e il nero degli abiti si mischia insieme al cielo grigio del cielo. Delle gocce iniziano a cadere; alcuni passanti si fermano con gli ombrelli aperti attratti dal turbinio di colori. Il vento aumenta d’intensità insieme al ritmo dei ballerini, gli ombrelli fuggono alla presa dei passanti e iniziano la loro danza intorno ai ballerini e tutti insieme presero il volo trasportati dal vento.

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  14. Chissà perché mamma e papà oggi hanno voluto venire qua con sto tempo. “C’è la spiaggia, il mare, ti diverti!”. In realtà io ho freddo qua seduto sulla spiaggia e la pioggia mi dà fastidio. I miei sembrano così presi dal ballo..io invece mi annoio. Oh, ecco che arrivano due persone. Per la miseria! Per evitare mamma e papà, hanno piroettato su loro stessi coi loro ombrelli. Si direbbe che i quattro abbiano creato un balletto perfetto. Va be, io mi annoio. Sembra che i due sconosciuti abbiano perso qualcosa, la chiave della valigetta forse. Li aiuterò a cercarla.

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